Il secolo XIX è un secolo particolarmente complesso e diversificato, testimone di grandi ed epocali cambiamenti, caratterizzato da guerre e rivoluzioni culturali e sociali. Anche dal punto di vista degli arredi è allo stesso modo portatore di uno stile non univoco, ma di vari stili che di volta in volta riflettono il nuovo assetto sociale e le nuove gerarchie.
Nel ristretto ambito del mobile è quindi possibile tentare una sorta di schematizzazione la quale, come tutte del resto, vuole solo fornire una suddivisione cronologica chiara e fruibile dei vari stili, tenendo tuttavia conto del fatto che ogni cambiamento non è mai una cesura definitiva rispetto al passato, quanto piuttosto un evolversi quasi mai repentino da uno stile ad un altro.
La storia del mobile dell’Ottocento parte convenzionalmente già nell’ultimo decennio del XVIII secolo quando si afferma uno stile d’influenza neoclassica che prenderà il nome di Direttorio (1792 – 1795). Si tratta di un gusto particolarmente raffinato ed elegante di cui si farà portavoce principale l’ebanista Georges Jacob (1739 – 1814), già attivo presso la corte di Maria Antonietta. A lui e alla sua bottega si devono alcune forme e motivi che resteranno in voga ancora nei decenni successivi come il trépied à l’antique, ovvero lo schienale traforato secondo modelli neoclassici, e il bracciolo a corno.
Tra i vari arredi di questo periodo, sostanzialmente molto simili al precedente stile Luigi XVI, uno degli elementi che meglio rappresenta il Direttorio è sicuramente la sedia (o la poltrona), spesso in mogano, caratterizzata da linee pulite e rigorose, con schienali e braccioli per lo più squadrati e gambe a tronco di piramide rovesciata. Mentre tra le novità ricordiamola Psiche, ovvero una grande specchiera da terra a bilico.
A cavallo tra lo stile Direttorio e quello che sarà successivamente denominato Impero è poi lo stile Consolato (1795 – 1804), qui riuniti in quanto assieme coprono un arco di tempo piuttosto breve e presentano caratteristiche formali molto simili.
Si tratta infatti di uno stile di transizione e quindi di passaggio dalle forme spiccatamente neoclassiche del primo a quelle decisamente più altisonanti degli anni successivi.
L’impostazione del mobile in questi anni non presenta pertanto grandi differenze, quanto piuttosto alcune avvisaglie di quelli che saranno poi i tratti dominanti dello stile avvenire, come una maggior robustezza delle strutture, l’uso di protomi ferine (elementi decorativi a testa di leone), l’utilizzo quasi esclusivo del mogano e dei legni di frutto. Sempre a questi anni risalgono inoltre i cosiddetti motivi retour d’Egypte, che iniziano a diffondersi a seguito della Campagna napoleonica in Egitto.
E’ ancora possibile trovare elementi d’arredo originali di questi anni nelle aste di antiquariato, per quanto nel mercato nostrano siano pezzi piuttosto rari. Maggiori possibilità offrono in tal caso i mercati stranieri, in particolar modo quello francese.