Apprezzo il carciofo cotto ed ancor più di quello crudo, specialmente Ligure e Sardo (con delle belle spine per intenderci!!)ma penso si faccia amare facilmente vista la duttilità in cucina e le sue importanti proprietà e qualità nutrizionali.
I greci lo chiamavano kinara, i romani cynara ma il nome attuale deriva invece dall’arabo al kharshuf. Si tratta di una pianta perenne quindi la sua coltivazione avviene in più anni.
Proprietà dei carciofi
Il carciofo contiene l’86% di acqua, ha molte fibre (utili per la regolarizzazione intestinale), oltre ad essere una importante fonte di sali minerali come: calcio, fosforo, magnesio, e potassio i carciofi contengono vitamina c e vitamine del gruppo B in particolare B1 e B3. Contengono la vitamina K, ma ciò per cui sono famosi è il grande apporto di ferro e rame. I carciofi sono inoltre fonte di beta carotene, luteina preziosa per la vista.
I carciofi freschi contengono la Cinarina che agisce come principio attivo sul fegato rendendo così questa pianta utile per inibire l’ossidazione del colesterolo LDL e la biosintesi del colesterolo stesso, quindi ha un effetto molto positivo sul sistema circolatorio.
Possiede inoltre spiccate proprietà depurative e contribuisce all’eliminazione delle tossine da parte dell’organismo, infatti rende il carciofo un vero diuretico naturale.
Prima di acquistarlo verificate che sia sodo e senza macchie. Per riconoscerne la freschezza, afferratelo con indice e pollice, premendo: se i carciofi oppongono resistenza e non si appiattiscono, la freschezza è garantita.
Le foglie raccolte in primavera e il rizoma raccolto a fine estate, sono le parti della pianta usate per le preparazioni fitoterapiche. Le foglie vanno essiccate all’ombra e conservate in sacchetti di carta tipo quelli del pane. I rizomi vanno tagliati a rondelle ed essiccati al sole; vanno conservati in barattoli, stipati in un luogo fresco e asciutto. Anche essiccate, le parti del carciofo, conservano le loro proprietà curative.
I glucosidi, i tannini e la grande quantità di cinarina, lo rendono particolarmente adatto a curare i disturbi di origine epatica, agevola la coleresi e la diuresi.
Il consumo del carciofo, in cucina e in preparazioni fitoterapiche, è consigliato alle persone che soffrono di anemia e rachitismo per l’alto contenuto di ferro.
La tintura, il decotto e il macerato glicerico, sono utilizzati per la cura della gotta, le disfunzioni epatiche, reumatismi e artriti.
I suoi principi attivi amari sono ritenuti adatti a contrastare il diabete incipiente.
Controindicazioni
Non assumere con amari o medicinali che vanno a ledere le mucose gastriche perchè potrebbe irritare la mucosa gastrica.
I carciofi cotti, vanno consumati subito, se ne sconsiglia l’uso alle donne durante l’allattamento a causa delle sostanze amare in essi contenuti e perchè possono ridurre la portata del latte.
Sconsigliato in caso in caso di calcolosi biliare.
Utilizzi del carciofo
Qui veramente avremo l’imbarazzo della scelta, non solo per le ricette possibili ma anche per cosa offre il mercato, tante le varietà!!
Violetto di venezia, Spinola di Liguria (essendo genovese è quella che apprezzo maggiormente in quanto amante del carciofo!!)Violetto di Toscana, Romanesco di Castellamare di Sardegna. . .
Si può mangiare crudo togliendo le prime foglie più dure, in pinzimonio (sale ed olio)a fettine nell’insalata, alla diavola con prezzemolo ed aglio. . stufato con le patate, gamberetti e carciofi per condire la pasta. . in liguria è di tradizione la torta Pasqualina con la ricotta. . ed ancora ripieno per i tortelli o ravioli. .